Il cervello e i suoni

14.07.2018
Il cervello umano o "encefalo" è composto da tre tipi di cervello.Partendo dal basso troviamo il romboencefalo, specializzato nel controllo di funzioni involontarie come la respirazione, la circolazione e il tono muscolare.


Nel romboencefalo è compreso anche il cervelletto e le parti del midollo spinale che si allungano nel cervello.


Al di sopra del romboencefalo vi è il mesencefalo che rappresenta un piccolo pezzo di tessuto nervoso.Infine c'è il prosencefalo, che si suddivide in diencefalo e telencefalo.

Il diencefalo anche chiamato "sistema limbico", che contiene il talamo, ipotalamo, ipofisi e ippocampo responsabile delle sensazioni di fame e sete.


Il telencefalo invece o "corteccia", dove hanno sede le funzioni intelligenza e linguaggio.


La corteccia occupa gran parte del cranio, ed è percorsa da profonde fenditure, la più profonda è quella che separa i due emisferi, uniti però dal corpo calloso, una fitta rete di fibre nervose.


Ad avvolgere l'encefalo troviamo infine le membrane chiamate meningi.

Il cervello quindi è una struttura abbastanza complicata.


I ricercatori della Clark School adottano un nuovo approccio computazionale per comprendere le funzioni del cervello.


Attraverso numerose ricerche e nuove tecniche basate sull'elaborazione dei segnali hanno osservato come i neuroni interagiscono tra la corteccia frontale e quella uditiva (parte della corteccia cerebrale responsabile dell'elaborazione del suono), focalizzandosi soprattutto sui suoni più "importanti", ad esempio quelli legati ad un premio.


Per comprendere queste reti neurali hanno sviluppato algoritmi avanzati in grado di elaborare una grande quantità di dati.


I risultati pubblicati negli Atti della National Academy of Sciences. mostrano che le reti complesse del cervello possono essere riorganizzate in maniera tale che sia possibile adattarsi a qualsiasi compito o situazione.


I ricercatori hanno anche scoperto che i collegamenti tra i neuroni nella corteccia uditiva del cervello possono cambiare anche senza evidenti stimoli esterni.


"Ci auguriamo che la comprensione di come queste reti dovrebbero comportarsi in condizioni normali ci consentirà di capire come i disturbi dell'udito possono essere collegati ai cambiamenti nelle dinamiche di queste reti"


afferma Behtash Babadi, che ha guidato lo studio.

E' utile attraverso questi studi neuroingegneristici continuare a far crescere la conoscenza della funzione del cervello.


SITOGRAFIA:


https://spectrum.ieee.org/biomedical/devices/math-explains-how-brain-makes-sense-of-sounds


Maria Giovanna Serra- Blog di Ingegneria Biomedica
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